giovedì 21 agosto 2008

CLUSTER HEADACHE
Cefalea a grappolo

due video presi da Youtube,
tanto per farsi un'idea... ...fateli vedere, a chi minimizza la questione.

Non è male di testa, non è emicrania, è cefalea a grappolo.
Non è male di testa, non è emicrania, è cefalea a grappolo.
Non è male di testa, non è emicrania, è cefalea a grappolo.
Il male di testa e l'emicrania è altra roba, ok?
E io per fortuna non soffro di cefalea .



2 commenti:

Leda e il cigno ha detto...

Ringrazio Andrea per aver preso in considerazione questo argomento e non solo perchè mi riguarda da vicino, essendo io stessa malata di C.H. (Cluster Headache), ma anche perchè è giusto divulgare notizie ed informazioni su questo raro tipo di cefalea.

Da Wikipedia:

La cefalea a grappolo (in inglese cluster headache), chiamata anche “cefalea da suicidio”, è una cefalea primaria estremamente dolorosa. Ha carattere periodico, con fasi attive alternate a fasi di remissione spontanea. Tali fasi attive vengono chiamate appunto grappoli. E’ una cefalea vascolare. L’intenso dolore è causato dall’eccessiva dilatazione dei vasi cranici che creano pressione sul nervo trigemino.
La causa è tuttora ignota.
La cefalea a grappolo è caratterizzata da un dolore intenso, di tipo trafittivo, normalmente unilaterale. Ogni singolo attacco può durare dai 15 minuti alle 3 ore.
Il dolore raggiunge il suo apice molto rapidamente, si mantiene costante per tutta la durata dell’attacco per poi rapidamente sparire. Raramente i pazienti riferiscono di segni premonitori specifici, come invece succede per l’emicrania. A volte riferiscono di “shadows”, ossia ombre dolorose, che li avvertono che l’attacco è imminente.
Anche se la cefalea a grappolo ha carattere unilaterale, ci sono anche rari casi di cefalea bilaterale tra un grappolo e l’altro, e ancora più rari, all’interno dello stesso grappolo.

Dolore:
Il livello del dolore nella cefalea a grappolo è devastante. Donne sofferenti l’hanno definito più forte del dolore del parto. Il dolore viene descritto come lancinante, trafittivo, ed è localizzato nell’area peri-oculare e retro-oculare, con interessamento della regione frontale, temporale e mascellare. Si irradia, a volte, fino al collo e alla spalla.
I sintomi sono: lacrimazione, iniezione congiuntivale, ptosi, rinorrea o congestione nasale, sudorazione frontale, arrossamento, fonofobia e fotofobia (più rare), peristalsi (molto rara).
Il sofferente risulta incapace a stare fermo: dondola, cammina nervosamente, si contorce, tende a sbattere la testa contro il muro. La posizione supina a letto è impossibile. E’ chiaro che la qualità della vita del paziente, soprattutto se cronico, è notevolmente compromessa.

La cefalea a grappolo è stata chiamata anche cefalea ad orologeria, a causa della regolarità ciclica sia del periodo del grappolo sia dei singoli attacchi, che in alcuni casi “spaccano il minuto”. Questo ha spinto la ricerca verso lo studio dei ritmi circadiani e le funzioni dell’ipotalamo.
La cefalea a grappolo ha uno stretto legame con i ritmi sonno-veglia e con l’orario dei pasti. Sono frequenti gli attacchi notturni, correlati alle fasi di sonno REM, e quelli in fase post-prandiale.
Fattori scatenanti della crisi
Il trigger più comune è l’assunzione di alcool. Stesso effetto provocano istamina e nitroglicerina. Altri fattori sono: alterazioni del ciclo sonno-veglia, alterazione delle abitudini alimentari, sbalzi di temperatura, sbalzi di pressione, cambi di fuso orario, forti emozioni. Alcuni sofferenti riferiscono particolare sensibilità a polifosfati e luci intermittenti
La cefalea a grappolo colpisce circa lo 0,1% della popolazione, in prevalenza uomini. Studi recenti hanno dimostrato che il numero delle donne sta aumentando, forse in relazione all’aumento della presenza femminile in ambito lavorativo. Il rapporto tra uomini e donne è ora 3:1. L’età media d’insorgenza del primo grappolo è tra i 20 e i 30 anni.
La forma episodica colpisce circa l’80% dei casi: è caratterizzata da elevata frequenza degli attacchi nei periodi attivi e lunghi periodi, mesi o addirittura anni, di remissione.
La forma cronica colpisce circa il 20% dei casi: viene considerato cronico un paziente che per un periodo di almeno un anno non presenti periodi di remissione superiori alle due settimane. Un paziente episodico può diventare cronico e viceversa.
Una cefalea comune risponde a farmaci da banco quali l’aspirina, il paracetamolo, la nimesulide o l’ibuprofene. Per la cefalea a grappolo, come le emicranie, necessita di un trattamento specifico.
A volte, a causa della rarità della malattia, anche in un pronto soccorso questa patologia può non essere identificata correttamente.

P.S. - Colpisce prevalentemente uomini e in molti casi non esistono antidolorifici abbastanza potenti da poter anche solo attenuare il dolore. Chi non ha mai provato un attacco non può capire. Prima o dopo la fase REM del sonno compare il "grappolo" e la paura di addormentarsi perchè si è sicuri dell'ora in cui comincia il dolore, è realtà.

Pipoca ha detto...

Si giustifichi, senza surrogati falso-moralisti, il desiderio dell'uso della ghigliottina.
(Fine parte ironica)

(Inizio parte tragica)
In un documento del Senato della Repubblica del 18 Luglio 2007 relativo alla cefalea a grappolo, benché il riconoscimento effettivo della malattia risalga alla metà del secolo scorso circa, si chiede che essa venga riconosciuta come malattia sociale e fattore invalidante, in quanto [cito testualmente] ...I CONTI SOCIALI DOVUTI ALLA FORZATA ASSENZA DAL LAVORO SONO PARTICOLARMENTE ELEVATI... Circa un miliardo di lire.

Be', non c'è male.
Si potrebbero fare quei problemi che facevano nelle elementari naziste:

se un individuo con la cefalea a grappolo costa allo stato 200.000 euro l'anno e nello stato ci sono 531.000 invalidi, quanto risparmierebbe lo stato eliminandoli? Considerando che le spese di eliminazione sono 30 euro cadauno?
(fine parte tristissima e provocatoria)