mercoledì 1 ottobre 2008



"Io ho imparato da mia moglie, dal mio caro piccolo insetto, che chiamavano "Mosca" e non so perché, che l'unico valore dell'esistenza è il coraggio di vivere… Lei non ha pensato mai di lasciar traccia di sé scrivendo prosa o versi e fu il suo incanto - e dopo la mia nausea di me… Le risate smascheratrici di mia moglie hanno proprio per oggetto i riti e i miti un po' ridicoli della letteratura e della poesia-fogna, la poetica di chi vive assediato dalle cose. Non a caso Vittorio Sereni, che era una persona seria, rifiutò la qualifica di "poeta"... Lo sa cosa mi ha detto la mia adorata Mosca prima di chiudere gli occhi?… Mi ha detto pirla, una parola gergale non traducibile. Da allora me la porto addosso come un marchio che resiste alla pomice. Ci sono altri pirla nel mondo ma come riconoscerli? I pirla non sanno di esserlo. Se pure ne fossero informati tenterebbero di scrollarsi con le unghie quelle stimmate."




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