giovedì 19 giugno 2008



Venere di Willendorf

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La venere di Willendorf, anche nota come donna di Willendorf, è una statuetta di 11 cm d'altezza, raffigurante una donna. Si trova attualmente al Naturhistorisches Museum di Vienna.

Storia

La statuetta fu rinvenuta nel 1908 dall'archeologo Josef Szombathy, in un sito archeologico risalente al paleolitico, presso Willendorf, in Austria. È scolpita in una oolite di pietra calcarea non originaria della zona, ed è dipinta con ocra rossa.

Intorno al 1990, dopo un'accurata analisi della stratigrafia del luogo, e dopo precedenti datazioni che la ponevano inizialmente al 10k A.C. poi fino al 32k A.C. , fu stimato che la statuetta sia stata realizzata da 24.000 a 26.000 anni fa. Non si sa quasi nulla delle sue origini, del modo in cui è stata scolpita, o del suo significato culturale.

Interpretazioni

Più che di un ritratto realistico di una figura femminile, si tratta di una sua idealizzazione, o secondo altre interpretazioni un autoritratto, che spiegherebbe le proporzioni alterate come una semplice questione prospettica. La vulva e il seno sono gonfi e molto pronunciati, cosa che suggerisce l'intenzione di rappresentare un significato fortemente connesso con la fertilità. Le braccia sottili sono congiunte sul seno, e il volto non è visibile; la testa si direbbe coperta da trecce o da un qualche genere di copricapo.

Il nomignolo "venere", attribuito alla statuetta all'epoca della scoperta, è stato recentemente oggetto di qualche critica.

Christopher Witcombe ha osservato: "l'identificazione ironica di questa figura con Venere era volta a compiacere alcune assunzioni dell'epoca circa i primitivi, le donne, e il gusto". C'è anche una certa riluttanza a identificare il soggetto della statua con la dea Madre Terra della cultura del paleolitico europeo. Alcuni suggeriscono che, in una società di cacciatori e raccoglitori, la corpulenza e l'ovvia fertilità della donna potrebbero rappresentare un elevato status sociale, sicurezza e successo.

I piedi della statua non sono fatti in modo tale da consentire alla statuetta di stare in piedi. Si è perciò speculato che potesse trattarsi di un oggetto da tenere in mano. Alcuni archeologi la interpretano come un amuleto portafortuna. Altri hanno ipotizzato che l'oggetto fosse pensato per essere inserito nella vagina, forse come rito di fertilità.


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